Furono gli Ambasciatori a creare i Re e le Regine…
…costoro non erano nati per comandare, bensì per generare armonia. Artisti, oratori, filosofi. Portavano pace dove nella mente dei regnanti non poteva esistere. Unificavano stati, fermavano le guerre, univano antiche casate nei matrimoni più improbabili ed ecco perchè in Domus Augusta sono gli Ambasciatori a guidare il cambiamento.
Nei tempi attuali sono quelle persone che agiscono secondo la loro più estrema volontà. Persone che per realizzare se stesse ed i propri desideri di bellezza ed armonia hanno dovuto attraversare la purificazione del fuoco.
Siamo dunque fieri di presentarvi con estrema gratitudine i nostri.
Marco Scali
Ill.mo Ambasciatore per l’Arte
Leggi la sua storia
Nel silenzio delle colline astigiane, lontano dal caos cittadino che aveva lasciato alle spalle, Marco Scali contemplava il “disordine ordinato” del suo studio. Le pareti erano tappezzate di opere che raccontavano la sua storia, alcune appese con cura, altre appoggiate sul pavimento come pensieri in attesa di trovare il loro posto nel mondo. Era il 2017, e nell’aria vibrava ancora l’eco di una rivelazione che avrebbe cambiato tutto.
Nato a Torino nel 1964, Scali non era mai stato un artista convenzionale. La sua storia era quella di un’anima inquieta, sempre in movimento, sempre alla ricerca di qualcosa che non sapeva ancora definire. Come un alchimista moderno, aveva esplorato ogni forma d’arte possibile: dalla fotografia che catturava attimi di vita, al make-up che trasformava volti in tele viventi per prestigiose case cosmetiche come Chanel, dove aveva lavorato per oltre vent’anni.
Le sue mani avevano dato forma a gessi, domato calcestruzzi, plasmato resine e ferro, creando oggetti che sfidavano il confine tra design e arte. “Non possiedo tecnica ma solo sensibilità,” amava ripetere, rivelando come la sua arte fosse più una questione di cuore che di regole. Ma c’era sempre qualcosa che mancava, un’emozione sfuggente che chiamava “effetto wow”, una sensazione che premeva sul petto ma non trovava forma.
La svolta arrivò in un momento di rabbia e frustrazione. Dopo aver cancellato due volte una mostra a Venezia, dopo aver creato opere tecnicamente perfette ma emotivamente vuote, Scali si trovò davanti a una tela bianca con solo la sua rabbia come compagna. Armato di colori acrilici e con una Action Cam a documentare il momento, lasciò che la sua frustrazione si traducesse in arte pura, senza pensare a tecniche o critiche.
Fu in quel momento che una voce innocente aprì la porta del suo studio ed esclamò “WOOOWWW”. Quella singola parola conteneva tutto ciò che aveva cercato per una vita. Nasceva così “FluoEmotion”, una tecnica rivoluzionaria che trasformava la fluorescenza in pura trascendenza, creando opere che vivevano due vite: una alla luce del giorno e un’altra, magica e metamorfica, sotto la luce wood.
La sua arte divenne una guerriglia pacifica contro la noia, un assedio dello stupore attraverso il colore. Ogni opera era un caleidoscopio di emozioni, dove forme morbide dai bordi netti e spessi si riempivano di pigmenti fluorescenti dalla grande forza cromatica. Il suo successo lo portò a creare mostre sempre più ambiziose, come “Fluoemotion Comics” a Monza, dove venti opere inedite brillavano in cornici autoprodotte con bordi bianchi fluorescenti.
Nel suo studio tra le colline, continua a miscelare pigmenti fluorescenti con oli sintetici e resine acriliche, creando opere che richiedono pazienza e precisione, stratificando il colore fino a cinque o sei volte per ottenere quella perfezione che permette alla fluorescenza di esprimersi al massimo. Le sue creazioni sono diventate un ponte tra il mondo tangibile e quello delle emozioni pure, trovando casa in prestigiose location come il Museo Capelousoz di Atene.
Come lui stesso ama dire: “La rappresentazione di un concetto o di un sentimento non importa… ciò che conta è l’emozione!” E nelle sue opere, quell’emozione brilla letteralmente nel buio, ricordandoci che l’arte più vera è quella che ci fa tornare bambini, liberi da dogmi e convenzioni, capaci ancora di meravigliarci davanti alla magia di un colore che si trasforma nella notte.
La sua arte è diventata un invito a lasciarsi sedurre senza perdere i sensi, a diventare collezionisti di luce, fotosensibili e pronti a ricevere la pienezza di un’ora splendente. In ogni sua opera, la fluorescenza non è solo un effetto, ma una metamorfosi della luce stessa, un modo alternativo di pensare l’immagine che sfida lo sguardo passivo e risveglia la nostra consapevolezza della visione.